Santena, i lavoratori Ages hanno presidiato Palazzo Lascaris

Santena – 15 giugno 2010 – Piazza Castello, via Roma, piazza San Carlo, via Alfieri. Questi i luoghi che hanno visto stamattina i lavoratori dell’Ages manifestare per chiedere al Consiglio regionale, al presidente della Giunta e agli assessori al Lavoro e alle Attività produttive di intervenire in modo coordinato per affrontare le problematiche occupazionali delle lavoratrici e dei lavoratori, intervenendo nei confronti della Fiat. Di seguito, la cronaca della mattinata e un commento di Enrico De Paolo, Filctem Cgil.

I primi operai dell’Ages sono arrivati in piazza Castello poco dopo le 9. Si sono posizionati davanti al palazzo della Regione ed hanno aspettato il resto dei lavoratori. Attorno alle 9,30 sono arrivati anche i due striscioni che sono stati posati sul suolo di piazza Castello. Accanto alla bandiere bianco-verdi della Femca Cisl c’erano le bandiere rosse della Filctem Cgil. Il tempo brutto ha fornito l’occasione di munire alcuni lavoratori di ombrelli della Cgil, rigorosamente rossi.Tra gli operai i sindacalisti Enrico De Paolo della Filctem Cgil e Salvatore Scalia della Femca Cisl. Presente praticamente al completo la Rsu. In poco meno di un’ora il gruppo si è fatto più numeroso, con tanto di striscioni e bandiere i lavoratori si sono mossi.

Alla testa del corteo – come sempre – Gerardo Di Martino con l’immancabile megafono, retto a turno dagli altri componenti della Rsu. Poco prima delle ore 10 il gruppo parte. In testa lo striscione che ricorda ai torinesi “500 posti di lavoro a rischio. L’Ages non deve morire”, subito dietro il secondo striscione, “Lavoratori Rsu Ages Santena, Gomma metallo”. Da piazza Castello il gruppo di lavoratori, scortato dalla forze dell’ordine, ha imboccato via Roma – occupando una sola corsia – ed è arrivato in piazza San Carlo e poi ha imboccato via Alfieri.

All’inizio di via Alfieri Gerardo Di Martino accende il megafono e ricorda ai torinesi la vicenda dell’Ages: «Siamo le lavoratrici e i lavoratori dell’azienda Ages di Santena, attualmente in amministrazione straordinaria, che produce particolari in gomma per auto. Sino al 1991 l’Ages era di proprietà della Fiat e occupava 1.200 addetti, in seguito è stata ceduta alla Contitech del gruppo Continental e, nel 2005, acquistata da un imprenditore – Egidio Di Sora – che, di fatto, ha la responsabilità d’avere condotto l’Ages sull’orlo del fallimento».

Gerardo Di Martino, continua: «La disastrosa gestione di Di Sora e le continue inutili riorganizzazioni aziendali hanno portato la società ad accumulare, nell’anno 2008, un passivo di 80 milioni di euro, comprendente i debiti contratti con i lavoratori, con il Gruppo Fiat – che rappresenta l’85 per cento del fatturato di Ages – con il Fisco, con l’inps e con i fornitori. Per la difesa dei nostri diritti a novembre e dicembre del 2008, abbiamo scioperato e presidiato la fabbrica per oltre 36 giorni. Lunedì 31 maggio scorso il Commissario straordinario Maurizio Civardi ci ha comunicato che per lo stabilimento non ci sono proposte d’acquisto e pertanto, se nei prossimi giorni non interverranno dichiarazioni di interesse da parte di nuovi imprenditori il 7 agosto 2010 ci sarà la dichiarazione di fallimento, con l’inevitabile messa sul lastrico di 350 famiglie».

«Noi riteniamo che la Fiat – ha urlato nel megafono Gerardo Di Martino lungo via Alfieri – abbia un’enorme responsabilità nella nostra vicenda. Infatti, è noto a tutti che quando una società fornitrice di Fiat intende vendere la propria azienda, la stessa Fiat è solita esprimere il proprio gradimento o il proprio dissenso, cosa che invece non è avvenuta nei confronti dell’Ages di Santena. Ad aggravare la responsabilità della casa automobilistica torinese, rimane che la stessa Fiat era sicuramente a conoscenza delle incapacità imprenditoriali di Egidio Di Sora, considerato che lo stesso gestiva due stabilimenti, fornitori del Gruppo Fiat».

«Con il passare del tempo – ha concluso Gerardo Di Martino – a causa dell’arroganza del Di Sora nei confronti della dirigenza Fiat, la casa automobilistica torinese ha sottratto all’Ages importanti produzioni che oggi noi chiediamo di far rientrare. Stiamo manifestando affinché la Fiat si assuma la responsabilità di non metter sul lastrico 350 famiglie».

Arrivati all’altezza del numero 15 di via Alfieri i lavoratori hanno posizionato gli striscioni davanti all’ingresso della sede del Consiglio Regionale del Piemonte. E’ quindi iniziato il presidio davanti a Palazzo Lascaris e i lavoratori hanno iniziato a dialogare con i consiglieri che entravano per partecipare ai lavori della seduta del Consiglio. Tra i presenti anche Stefano Esposito, deputato del Pd. Uno dei primi consiglieri ad arrivare è stato l’assessore al Lavoro Roberto Rosso. Per una buona mezz’ora i lavoratori hanno ricordato con il megafono le ragioni del presidio, hanno dialogato con l’assessore Rosso e con altri assessori della Giunta guidata dal presidente Cota. Poi, prima dell’inizio dei lavori del Consiglio regionale, sono stati ricevuti dal presidente dell’assemblea di palazzo Lascaris e da un buon numero di consiglieri.

Enrico De Paolo, della segreteria Filctem Cgil di Torino, commenta così il presidio: «Questa mattina abbiamo avuto l’incontro con i capigruppo in Consiglio regionale cui abbiamo illustrato la situazione di crisi e di difficoltà e di prospettiva negativa per l’Ages di Santena. Abbiamo chiesto di mettere in piedi un tavolo di crisi attraverso gli assessori interessati – quello al Lavoro e alle Attività produttive. In Regione abbiamo detto in modo esplicito che c’è la necessità che le istituzioni facciano pressione nei confronti di Fiat perché la casa torinese dia maggiori volumi produttivi all’Ages di  Santena. Infatti, solo in presenza di un incremento degli attuali volumi produttivi si potrà tentare di scongiurare il fallimento del sito santenese dell’Ages.  Abbiamo aggiunto che per noi tutte le strade sono percorribili, anche quella dell’eventuale richiesta a Roma, al ministero delle Attività produttive, per un prolungamento dell’amministrazione straordinaria. Non nascondiamo che si tratta di un percorso che noi vediamo molto praticabile. Il Commissario straordinario dell’Ages ci ha detto che, in presenza di un interessamento da parte di qualche imprenditore – anche se avvenisse alle 23,59 minuti del 6 agosto, ultimo giorno utile prima del fallimento –  è evidente che si procederebbe con la verifica  e l’esame della situazione per poi prolungare l’eventuale amministrazione. Naturalmente però l’interessamento da parte di qualche imprenditore deve esserci e oggi, purtroppo, questo manca. In assenza di proposte di interesse, riteniamo difficilmente praticabile questa ipotesi. Detto questo e  visto che alcuni assessori e parlamentari piemontesi hanno detto di voler questa strada, è evidente che ai lavoratori va bene anche questa ipotesi. Speriamo solo sia fattibile.

Enrico De Paolo aggiunge «L’assessore Roberto Rosso ha inoltre fatto sapere che il Consiglio e la Giunta guidata da Cota valuteranno la possibilità di intraprendere iniziative legali affinché la Fiat possa rilevare direttamente i lavoratori Ages. Noi non escludiamo questa ipotesi, ma è una via che non garantisce l’immediato.  Magari potrebbero servire anni affinché si concretizzino le assunzioni. Noi oggi siamo davanti a una urgenza: se non arrivano compratori entro il 6 agosto, il giorno dopo, il 7 agosto, l’Ages di Santena fallirà».

«Noi in queste ultime settimane – prosegue Enrico De Paolo – stiamo percorrendo la strada della pressione nei confronti di Fiat perché solo così potremo pensare di riuscire a garantire il futuro occupazionale ai lavoratori. Per questo noi diciamo che non escludiamo nessuna altra proposta, ma – nell’immediato – solo l’incremento delle produzioni può garantire occupazione e reddito. Per raggiungere tale obiettivo noi stiamo intraprendendo tutte le strade possibili. Abbiamo consegnato una lettera con richiesta di aiuto direttamente al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.  Siamo andati sotto la sede della Fiat, a Mirafiori come al Lingotto. Oggi siamo qui davanti al Consiglio regionale. Nei prossimi giorni interverremo nei confronti della Provincia di Torino.  Si tratta di interventi tesi a fare pressione nei confronti della Fiat, affinché intervenga e conceda all’Ages nuove commesse. Questo è quello che ci occorre oggi. A noi serve che qualcuno dica alla Fiat che c’è la necessità di un suo intervento. Questa settimana, sino a venerdì, i lavoratori dell’Ages di Santena  continueranno con il presidio davanti ai cancelli del Gruppo Fiat, in via Nizza, all’altezza del numero 250. Venerdì decideremo le iniziative della prossima settimana».

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