Santena, l’esperienza e il cammino di Essere Santena nell’intervista con il coordinatore Gianni Baldi

Santena – 9 febbraio 2014 –  Le peculiarità dell’esperienza di Essere Santena. Il metodo di lavoro seguito. E’ una esperienza esportabile anche in altri comuni? Il rapporto tra le diverse componenti presenti: area cattolica, sinistra e centro destra. I momenti di formazione. L’attività amministrativa contingente e la programmazione di un futuro per la città. I rapporti con le minoranze e con i mezzi di informazione. Sono questi i contenuti di una intervista con Gianni Baldi, coordinatore di Essere Santena.

Quali sono le peculiarità dell’esperienza che Essere Santena sta conducendo in città?

essere santena«Principalmente è una esperienza di condivisione – spiega Gianni Baldi, portavoce di Essere Santena –. Un lavoro che ha come base le scelte fatte quando abbiamo costituito la lista di Essere Santena in vista delle ultime elezioni amministrative. Lavoriamo cercando di mantenere questa linea. Operiamo tenendo sotto controllo l’attività amministrativa alla luce del programma elettorale.  Non mancano alcune modifiche in corso d’opera: i tempi cambiano e bisogna essere sempre velocemente pronti ad affrontare nuove sfide».

Quale metodo di lavoro utilizzate?

«Il metodo seguito è molto semplice: noi abbiamo gruppi di lavoro che, in linea di massima seguono e affiancano i vari assessori della giunta. Naturalmente tenendo sempre conto che l’amministrazione – sindaco e giunta – ha comunque assoluta libertà di decisione. Il nostro lavoro consiste nell’abbozzare una programmazione amministrativa a medio termine. Lavoriamo per prefigurare quella che sarà la Santena del futuro. I vari gruppi di lavoro, assemblea e segreteria di Essere Santena si riuniscono periodicamente per discutere sia le eventuali emergenze legate all’attività amministrativa sia per monitorare il rispetto dell’attuazione del programma elettorale nell’ambito della quotidiana attività amministrativa. A fronte di eventuali problemi si cerca di individuare una possibile soluzione che viene indicata agli amministratori che – in completa autonomia – decideranno, se e come, tenere conto delle nostre indicazioni».

Quella che Essere Santena sta conducendo a Santena è una esperienza ripetibile o esportabile anche in altri comuni?

«Sì. Si tratta di una esperienza da considerare assolutamente ripetibile. Intanto perché non è certo la prima volta che nasce una esperienza quale la nostra. Ad esempio, a Rivalta c’è un gruppo che ha analogie con quanto stiamo portando avanti noi.  Si tratta di una esperienza ripetibile perché non abbiamo fatto altro che mettere insieme persone di buona volontà che hanno voglia di mettersi a servizio della città. In questi mesi siamo stati contattati più volte da gruppi in comuni della cintura. Volentieri siamo andati a raccontare l’esperienza che stiamo conducendo. L’ultimo incontro di questo genere lo abbiano avuto a  Chieri, dove c’è un gruppo civico che ha intenzione di presentarsi alle prossime elezioni amministrative. Medesima riunione abbiamo tenuto nei mesi scorsi, ad Avigliana».

In Essere Santena lavorano persone che si riconoscono nella componente cattolica cittadina, c’è una parte della sinistra storica e un gruppo di persone che fa riferimento all’area di centro e centro-destra. Come riuscite a far coesistere e lavorare insieme queste diverse componenti?

«Il fatto che ci siano diverse componenti non è assolutamente un problema. Il principio è molto semplice: ogni idea, se è valida, è valida indipendentemente da dove arriva. Noi lavoriamo con questo spirito e quindi se sei di destra, sinistra, cattolico o protestante non ha significato. L’importante è condividere, individuare e scegliere insieme quella che si ritiene essere la scelta migliore. Sappiamo bene che in campo amministrativo non sempre è facile: in alcuni casi speriamo almeno di avere scelto l’ipotesi meno peggiore. Le diverse componenti, nei gruppi di lavoro lavorano a un comune obiettivo. Devo anche dire che sino a oggi non ci sono state interferenze provenienti dai partiti di riferimento dl alcune componenti presenti in Essere Santena. Noi diciamo sempre che idee e proposte differenti ci consentono di trovare soluzioni utili, per tutti».

Essere Santena organizza periodicamente un seminario formativo: a cosa serve e quali sono gli obiettivi?

«I momenti di formazione sono previsti tutto l’anno. Una volta l’anno, tutti insieme, ci fermiamo due giorni per ragionare attorno a un tema specifico.  In passato abbiamo ragionato sul tema fare squadra per cercare di riuscire a essere un gruppo anche coeso e per esser capaci a dare anche delle deleghe. Quest’anno il momento formativo comunitario era rivolto alla gestione e  all’individuazione dei problemi. Abbiamo ragionato su che cosa causa i problemi. Una riflessione guidata da un formatore, intervenuto a  titolo gratuito, che lavora in campo sanitario. Si è trattata di una bella e positiva esperienza. Alcuni sono riusciti a utilizzare questo metodo a pieno ritmo, altri fanno un po’ più di fatica. Non si obbliga nessuno, si tratta di consigli. Sappiamo anche che attuare le soluzioni individuate non sempre è facile».

Che tipo di rapporti avete con le minoranze consiliari?

«Nel cammino sin qui percorso più volte abbiamo cercato un qualche tipo di rapporto con le opposizioni. Non è stato facile e spesso non abbiamo portato a casa molto. Noi abbiamo sempre ribadito piena disponibilità a collaborare. Spesso non riusciamo ad andare da nessuna parte perché siamo ingabbiati nel classico gioco presente in consiglio. La minoranza deve fare opposizione, qualunque proposta arrivi. Per il futuro ci piacerebbe riuscire a condividere maggiormente l’agire amministrativo. Noi riteniamo che punti di vista differenti possano contribuire a migliorare le proposte che arrivano dalla maggioranza. Condividere, magari con punti di vista diversi le proposte della maggioranza».

Quando hai assunto la carica di coordinatore di Essere Santena ti aspettavi un qualcosa di diverso?

«Io mi aspettavo esattamente questo.  Poi, nel tempo, le cose cambiano e bisogna anche adeguarsi. La cosa positiva è che questo tipo di esperienza ho cercato di portarla anche in altri ambiti.  Da quando mi sono occupato di Essere Santena mi occupo anche di imprenditoria in Api, sono entrato nel consiglio direttivo della mia categoria informatica cercando di dare il mio contributo. Esattamente come faccio qui a Santena. Lo stesso tipo di condivisione ho cercato di farlo a livello lavorativo, costituendo un consorzio italiano di imprese informatiche, nato con lo stesso spirito: condividere e affrontare al meglio le sfide del futuro».

Essere Santena è in grado di ragionare sul futuro della città con una prospettiva a medio termine, oppure siete sempre e solo alle prese con i problemi contingenti dell’agire amministrativo?

«Ragionare sul futuro della città è la cosa più difficile da fare perché nel momento in cui Essere Santena ha iniziato ad amministrare con il sindaco e gli assessori siamo stati investiti dai tanti problemi quotidiani e dalle tante emergenze. Le tante emergenze che condizionano la vita di molti santenesi – il problema casa, l’emergenza lavoro,  le tante famiglie che non hanno un reddito sufficiente ad arrivare a fine mese – spesso occupano totalmente il nostro agire. La difficoltà è proprio cominciare a ragionare sul futuro della città, naturalmente senza lasciare da parte le tante emergenze quotidiane.  Essere Santena lavora coinvolgendo tutti coloro che sentono l’esigenza di dare una mano, a partire delle tante associazioni cittadine che vanno considerate una vera ricchezza per la nostra città.  Sappiamo bene che per dare un futuro migliore alla nostra città non possiamo prescindere dalla valorizzazione delle eccellenze cittadine: i prodotti ortofrutticoli in primis, partendo dagli asparagi, ma soprattutto dal complesso cavouriano».

Come vede Essere Santena il rapporto con i mezzi di informazione locali?

«Si tratta di un rapporto complesso.  In un primo momento la nostra idea era quella di comunicare sempre, tutto, e a tutti. Poi in noi è maturata la convinzione che era meglio non correre il rischio di autoincensarsi.  Molti di noi pensano apertamente che sia più importante fare che parlare con i mezzi di informazione. Abbiamo anche capito che, oltre a fare, è anche importante comunicare. Abbiamo rinnovato il portale comunale. Nei mesi scorsi in tutte le famiglie è arrivato il primo numero di un giornale cartaceo: rivolto ai tanti che in città non navigano in internet. La rete resta in nostro principale mezzo di comunicazione con i tanti giovani che collaborano e ci seguono. Lo ribadisco: siamo sempre attenti nel comunicare le iniziative senza autoincensarci».

Come è andato avanti il cammino di Essere Santena sino a oggi?

«Come abbiamo sempre detto il nostro è un gruppo aperto. Chi vuole può unirsi a noi e partecipare. Dalle elezioni sino a oggi c’è stato un lieve calo di partecipazione: un dato che ci aspettavamo e che consideriamo fisiologico. Naturalmente ci siamo posti il problema del perché le persone non partecipano. Abbiamo cercato di trovare temi e occasioni che ci aiutino a coinvolgere un sempre maggior numero di persone.  Il nostro slogan iniziale “Le porte sono aperte”, non è certo cambiato. E’ un invito che, anche oggi, rivolgiamo  soprattutto ai giovani. Noi crediamo che sia importante che i giovani si avvicinano alla nostra esperienza.  Noi abbiamo bisogno di ricambio. Non tutte le persone che oggi sono impegnate in Essere Santena e che oggi stanno dando l’anima al termine di questa tornata amministrativa proseguiranno questo loro impegno. Per questo diciamo sempre che Essere Santena ha bisogno di forze fresche. Abbiamo bisogno di persone che abbiano voglia di prepararsi per riuscire un domani ad amministrare la città, evitando gli errori che anche noi abbiamo fatto, spesso per inesperienza. E questa è anche la sfida che ha davanti la segreteria di Essere Santena: cercare di allargare la partecipazione affinché la nostra diventi una esperienza condotta da un numero sempre maggiore di persone».

Chiudiamo l’intervista con una risposta libera, senza domanda.

«In chiusura di intervista, della nostra esperienza volevo rimarcare l’importanza di essere aperti. Essere aperti a tutti. Quella di Essere Santena già oggi è esperienza di tante persone. Il nostro obiettivo è vedere impegnati sempre più persone, affinché diventi una esperienza di tutti. Abbiamo anche chiaro che non potrà essere così perché oggi, purtroppo, molti, più che occuparsi in politica sono impegnati nel portare a casa la pagnotta a fine mese…».

**

www.rossosantena.it

Twitter @rossosantena